La Confederazione
nasce con l’obiettivo di rappresentare diverse entità e categorie, dando
vita ad un’organizzazione che punti a tutelare i diritti dei soggetti che
rappresentano, attraverso varie forme di attività ma anche di protesta.
Il ruolo della confederazione ed in genere delle associazioni sindacali è
sempre stato quello di rappresentare il lavoro e l’impresa, dando vita ad un
dialogo compiuto, concreto e costante tra le diverse politiche sociali. Infatti
attraverso la contrattazione è possibile stabilire obiettivi reali e sempre più
orientati verso progetti di welfare aziendali, rivolti in primis ai dipendenti.
Il ruolo da sempre svolto dai sindacati ha sicuramente fatto
si che il mondo del lavoro e d’impresa si adeguasse alle esigenze delle varie
categorie che allo stesso prendono parte, il sindacato ha saputo rappresentare
gli interessi collettivi di intere categorie, che ovviamente sono sempre andati
a coincidere con gli interessi dei singoli.
L’evoluzione storica, politica e soprattutto economica del
nostro paese ha segnato inevitabilmente il destino del sindacato.
E’ anche vero però che da tempo il ruolo del sindacato è
stato messo in discussione, segno evidente è il calo degli iscritti, anche se
ad onor del vero le cause di ciò sono da ravvisare anche in un evento che ha
colpito tutto il mondo, ossia la crisi economica. Come si può credere che
mancando imprese, mancando lavoro, si possano costituire sindacati d’impresa.
Per rappresentare gli interessi di chi?? Soprattutto per i giovani che non sono
inseriti in un sistema lavorativo regolare, come possono essere tutelati.
In realtà il ruolo del sindacato non dovrebbe dirsi finito,
ma credo che ancora oggi possa avere un ruolo fondamentale ed essere
protagonista come strumento di tutela e di salvaguardia sia del lavoro che
delle categorie professionali in esso operanti. Proprio per andare incontro
alle loro esigenze.
Questo consentirebbe di incidere positivamente,
potenziandolo, sul welfare aziendale permettendo così ai sindacati di poter
incidere materialmente sulle condizioni concrete del lavoro e dei lavoratori.
Ciò farebbe si che venga dato un aiuto reale per l’inserimento nei diversi
contesti lavorativi (nel mondo del lavoro) e che si possa dar vita ad una riqualificazione
di quanti hanno perso il posto di lavoro e cercano una nuova ricollocazione.
Occorre solo una consapevolezza maggiore sul ruolo dei
sindacati, perché attraverso di essi si possono raccogliere le istanze del
paese reale e trasformarle in buona legislazione.
Il rapporto tra politica e sindacato è un rapporto che
esiste da sempre, rapporto che ovviamente ha influenzato le scelte delle
politiche economiche e che ha portato sotto molti punti di vista tanti
benefici.
Purtroppo però spesso viene fatto un parallelismo forviante
fra queste due entità, inducendo pertanto la collettività a considerarli di
pari passo, la sfiducia nei confronti della politica si riflette anche nei
confronti del sindacato. Concretamente invece osservando bene il lavoro del
sindacato rimane una delle poche realtà dove ancora si discute realmente e
soprattutto collettivamente. Questo è un punto a favore del sindacato, proprio
perché dimostra di avere dalla sua parte strumenti, metodologie e pratiche
democratiche.
Queste due entità, sindacato e politica, hanno insieme la
possibilità di direzionare le politiche sociali e quello che possiamo auspicare
è che l’uno possa prendere dal’altra e viceversa ciò che di positivo possano
dare. La trasformazione della politica e la conseguente mutata visione della
stessa da parte della collettività non deve indurci nell’errore di far
ricomprendere il sindacato in questo oblio, anzi il sindacato prendendo atto
del mutato scenario politico per lanciare una proposta che sia in grado di
costringere il governo a confrontarsi sui tempi importanti della nostra
società.
Il sindacato, lontano da ogni logica partitica, deve
lavorare per condizionare in senso positivo il dibattito politico, costringendo
i partiti ad inseguirlo su proposte condivise.
Il sindacato non deve sostituirsi alla politica ma deve
fornire alla politica stimoli e modelli alternativi su cui la politica dovrà
poi confrontarsi, dando così un contributo costruttivo alla politica.
D’altra parte la stessa politica deve dimostrarsi aperta a
recepire questi stimoli, a voler prendere atto dell’importanza di questo
dialogo.
Una volta detto questo, come Segretario Nazionale della
Confederazione CONA.L.PE., come ente che opera in questo settore, è giusto
sottolineare altri aspetti peculiari del sindacato.
Il nostro ruolo in
una realtà quale quella che stiamo vivendo è importante principalmente per il
gran numero di servizi che offre alla collettività: l’assistenza fiscale, i
servizi di patronato, la formazione, la consulenza legale e gli innumerevoli
altri servizi che offriamo su tematiche come l’ambiente, la salute e la
sicurezza nei luoghi di lavoro, la formazione professionale e la gestione di
corsi di laurea e post laurea.
La confederazione, relazionandosi alle esigenze del mercato,
si è posta l’obiettivo di creare opportunità formative che consentano ai
giovani di cercare un lavoro adeguato alla loro preparazione, conscia del fatto
che solo puntando sui giovani e sulla loro formazione si possa realmente
contribuire al rinnovamento sociale.
Il sindacato però, come già detto in precedenza, in questo
progetto di rinnovamento ha bisogno del sostegno della politica, perché se è
vero che attraverso le analisi e i confronti operati in seno ai sindacati si
riesce a carpire quali siano gli elementi essenziali per poter superare questa
situazione di stallo che il paese vive, è anche vero che la politica deve fare
quel passo in avanti, garantendo una produzione di leggi e di regolamenti
adeguati e soprattutto rispondenti alle esigenze del sindacato d’impresa che
rappresenta quell’importante anello di congiunzione tra istituzioni, servizi da
erogare, mercato ed imprese.
Grazie a tutti per la collaborazione che ha dato vita alla
nascita della confederazione
Buon Lavoro
Il Segretario Nazionale
ROBERTO ROLLE